Nata dal progetto VIVA 48, Babalù ha una lunghezza al galleggiamento importante e il contenimento del dislocamento è di circa dieci tonnellate: le prestazioni di questa barca sono di livello indubbiamente elevato.
La costruzione è stata molto curata: lo scafo è realizzato con una stratificazione di resine poliestere rinforzata con fibre di vetro unidirezionale e stuoie sintetiche; tutte le ossature, longitudinali e trasversali, sono di vetroresina e rispondono alle norme di sicurezza indicate nel protocollo RINA. La coperta è in doppio strato di vetroresina con isolamento e irrigidimento assicurato da sandwich di compensato marino; nelle zone più sollecitate sono stati previsti irrobustimenti. Sono montate due paratie stagne anticollisione a prua e una a poppa mentre il bulbo è di piombo. Il timone è di vetroresina (non alluminio!) con armatura di acciaio inox, mentre lo skeg è ricavato.
Fino all’albero la coperta è totalmente flush-deck per poi alzarsi con un volume importante che però lascia ampio spazio ai passavanti laterali. Molto curata l’illuminazione e l’aerazione degli interni, con ampie finestrature e una ricca dotazione di oblò e osteriggi della francese Goiot: se ne trova uno per ogni ambiente mentre il più grande, a prua, accede alla cala vele. La tuga è in corrispondenza del quadrato a cui dona maggior volume e un’eccellente illuminazione mentre il pozzetto è poppiero con un lay-out tradizionale. Il timone divide la zona dello skipper da quella delle manovre: in pozzetto si trovano due winches Lewmar a due velocità per le scotte del fiocco, due a due velocità per quello dello spi e altrettanti per le volanti, oltre a quello necessario per la regolazione della scotta della randa. La timoneria a ruota è della Solimar. Babalù è dotato di avvolgi fiocco e salpancora elettrico.
L’albero è di alluminio anodizzato e rastremato, l’armo è a due ordini di crocette e l’albero è passante e va a poggiare su una “scassa” che ne consente la regolazione. Le manovre delle drizze e delle borose sono direttamente sistemate sull’albero con verricelli della Antal. Anche il boma è perfettamente attrezzato con tutte le manovre interne per la presa dei terzaroli e il tesabase.
Il progettista ha teso a concentrare tutti i pesi al centro della barca: i serbatoi (con una capienza di oltre 600 litri) e il motore sono al centro con i conseguenti benefici per il baricentro e la distribuzione dei pesi. Generosa è anche la potenza dell’unità motrice adottata: HP 48 sono sicuramente sufficienti per risolvere brillantemente le peggiori bonacce e le manovre in porto.